
È stato l’anno della delle conferme. Ragionare di m&a, a valle di una delle stagioni più rilevanti per questo settore che rappresenta una delle aree di attività più rilevanti in assoluto per gli studi legali d’affari, è un esercizio di prospettiva. Il 2015, secondo le elaborazioni di legalcommunity.it su dati MergerMarket, ha prodotto oltre 520 operazioni restando sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente che però aveva fatto segnare un incremento del 39% dei deal annunciati rispetto al2013. Al lieve calo (-3%) del numero delle operazioni, però, è corrisposto un lidve incremento del loro valore complessivo: 52 miliardi di euro a fronte di 50 miliardi del 2014 (+4%).
UNA PERFORMANCE E TRE PODI
Altra conferma, rispetto all’anno prima, è arrivata sul fronte dei protagonisti del settore. Chiomenti, Gianni Origoni Grippo Cappelli e Nctm restano rispettivamente sul primo, secondo e terzo gradino del podio degli studi legali impegnati sul maggior numero di operazioni: Chiomenti, con 54 deal, Gop con 53 e Nctm con 36. Per tutti e tre gli studi, inoltre, si è registrato un sensibile aumento dell’attività in questo settore. Chiomenti, infatti, ha visto crescere il volume della propria attività del 23%, Gop ha totalizzato un incremento del 40% e Nctm del 24%. Il dato relativo al numero di operazioni seguite, secondo l’osservatorio di legalcommunity.it, resta il più rilevante da considerare quando si deve valutare la performance di uno studio in ambito m&a e la ragione, come più volte abbiamo già spiegato, risiede nel fatto che oggi come oggi i compensi dei professionisti non sono più direttamente proporzionali al valore dei deal che hanno seguito. Se però si vuol guardare a questo secondo elemento, allora sul podio vediamo comparire altri nomi. Mentre Gop, con operazioni per oltre 23 miliardi di euro, conquista il gradino più alto, Chiomenti passa al terzo posto con un valore complessivo per propri deal superiore a 20 miliardi, mentre in seconda posizione si piazza Freshfields Bruckhaus Deringer con 22,9 miliardi. La sede italiana dello studio magic circle, però, è quella che è riuscita a concentrare la propria attività su operazioni di maggior valore. Mediamente, infatti, il valore dei deal seguiti dal team m&a dello studio di matrice inglese si è attestato, secondo i dati elaborati da legalcommunity.it, a quota 1,3 miliardi di euro. Questo dato evidenzia una vera e propria tendenza. Gli studi internazionali, infatti, seppur meno attivi sul piano quantitativo, sono quelli che sono riusciti a essere più presenti nei big deal.
Assieme a Freshfields è Allen & Overy l’unico studio a vantare un valore medio delle operazioni gestite superiore al miliardo di euro (1,093 per la precisione). Seguono Clifford Chance, con 977 milioni, King & Wood, con 830 milioni e Linklaters con 808 milioni.
I BIG DEAL PARLANO INGLESE
Il punto è che questi studi sono stati più o meno tutti presenti sulle grandi operazioni dell’anno. Il 2015 senz’altro ha stabilito un record per numero di billion dollar deal, infilando una serie di centri a nove zeri che hanno letteralmente fatto schizzare verso l’alto le performance dei protagonisti del mercato m&a. Clifford Chance e King & Wood, per esempio, hanno avuto un ruolo di rilievo nel passaggio di Pirelli a ChemChina, operazione con un valore stimato sopra gli 8 miliardi di euro. Allen & Overy e Freshfields sono stati gli artefici della joint venture tra Wind e H3g accreditata per più di 10 miliardi di euro. Linklaters per parte sua è stato uno degli studi che ha lavorato al passaggio di Italcementi ai tedeschi di HeidelbergCement (operazione da 6 miliardi). Del resto, il 75% delle operazioni di fusione e acquisizione che si sono registrate nel corso dell’anno sono state cross border, ovvero hanno avuto almeno una delle parti coinvolte con quartier generale all’estero. E questo spiega anche come mai, quest’anno, sulle operazioni di m&a che hanno coinvolto aziende italiane abbiano lavorato moltissimi studi che in Italia non hanno nemmeno un ufficio di rappresentanza. Tra queste insegne, quelle che hanno realizzato la performance migliore sono state Davis Polk con quattro deal all’attivo per un valore complessivo di 12,4 miliardi di euro, Skadden Arps, anch’esso con quattro deal ma per 7,5 miliardi e Gleiss Lutz, sempre con quattro operazioni con un valore di 7,4 miliardi. In particolare, Davis Polk è stato, assieme a Uria Menendez, Slaughter and May e Cleary Gottlieb, uno degli studi che ha assistito Santander Asset Management nell’integrazione con Pioneer; la law firm americana ha lavorato anche al fianco di Partner Re nel passaggio del gruppo delle riassicurazioni a Exor affiancata da Paul Weiss e Pedersoli; così come lo studio ha assistito assieme a Gop e Homburger, Dufry nella conquista di World Duty Free.
CHI SALE E CHI SCENDE
La buona performance generale degli studi internazionali ha fatto crescere anche il numero dei presenti tra i primi 10 per operazioni seguite nel corso dell’anno. Oltre a...
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